Già scritto che sto rileggendo qualche Cantica della Divina Commedia di Dante.
Nella V° Cantica, Dante mette all' Inferno Paolo e Francesca, sorpresi dal marito di lei che senza ragionare li uccide: " Amor, c'ha nullo amato amar perdona...
...condusse noi ad una morte."
Ho letto un commento che condivido e che dice così:
" L'amore tra uomo e donna è inginocchiarsi l'uno di fronte all'altra,
è inginocchiarsi davanti al Destino infinito che l'altro porta in sè.
Per un cristiano è un sacramento, una cosa che fa Dio:cioè far si che una persona
senta l'altro, l'altra, presenza di Dio.
E allora uno passa la vita inginochiato/a davanti a quella presenza e capisce ,
a poco a poco, che l'amore è alla fine della strada, non all'inizio...
All'inizio c' è la "passione" che è solo, come il primo vino alle nozze di Cana, l'inizio
dell'amore; l'amore vero è alla fine della strada, come gustarono a quelle nozze,
quando capisci che l'amore non è altro che sinonimo del perdono."
Conclude Dante:
"Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante."
Mi permetto di ricordare che l'amore non può prescindere dalla ragione
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