giovedì 6 novembre 2014

UN PAPA' , IL MIO

* Era un uomo semplice: aveva fatto la 5° elementare  ma anche dei corsi di disegno per lavorare: faceva gli "stucchi" in gesso alle pareti, le lastre di "vetro cemento" per permettere la luce in ambienti chiusi...dopo il militare (richiamato in principio della guerra) fece il tranviere e poi il fattorino...ricordo la sua bicicletta, depositata in casa, all'ingresso (non c'erano altri spazi )...

* Era di poche parole, di tanto in tanto un dolce sorriso...sento ancora la sua mano forte quando mi accompagnava all' Oratorio della "Riva"; poi giocava con i suoi amici a carte (lo chiamavano in dialetto "...el Vilan " dato il cognome ) e io cominciavo a giocare al pallone, anche in porta...

* Viveva la sua fede nella Chiesa servendola in tanti lavori.
Ricordo quando avevano organizzato in Parrocchia un cooperativa di generi alimentari: lungo la settimana andava a prendere, in un magazzino, i viverei da vendere, con una carretta trascinata a mano e a volte mi invitava ad aiutarlo e io la "spingevo" da dietro...contento.

* In casa accettava l'autorevolezza della mamma, raramente alzando la voce: pregava con lei il Rosario ed era sempre fedele alla Messa...spesso guardavo le sue mani raccolte e...il pollice rigido per una ferita sul lavoro mentre era esule in Svizzera, per sfuggire il rastrellamento dei tedeschi...

* Tantissimi ricordi...l'ultima sera, a Milano, dopo cena, ho giocato alle carte con lui; prima di salutarci (dovevo tornare in parrocchia a Limbiate ) mi dice: " Beviamo l'ultimo "goccino" !" E mi offre un "amaro"...Ci salutiamo con un bacio. Al mattino era morto. Quando arrivo la mamma piangendo mi dice: " Adesso chi mi farà compagnia? "
Oggi sono passati 25 anni. Ho voluto ricordarlo qui, con te.
Adesso continuano a farsi compagnia con tutti i santi.

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