martedì 20 novembre 2018

NON CHIUNQUE MI DICE.

* E' un richiamo di Gesù (Mt 7,21ss) che ci invita a non essere propositori di parole...come tanti in politica e anche come spesso nelle prediche; ma anche noi, non solo forse quando diciamo preghiere, soprattutto quelle devozionali ai Santi, ma anche quando parliamo di qualche argomento che ci interessa o vogliamo difendere qualche nostra scelta.

* L'appartenenza al Regno, alla Chiesa, fin che siamo su questa Terra, non esiste senza la ricerca di fare la Sua volontà i Suoi comandamenti. Se una persona professa che crede in Dio, che è il suo Signore, e poi agisce diversamente nella sua vita quotidiana, non può dire che Dio è il suo Signore.

* E' evidente questo: se riconosciamo il comandamento non commettere adulterio come parola di Dio e poi nella vita quotidiana, soprattutto nel mondo del lavoro con il collega o la collega, non solo ci permettamo qualche atteggiamento di simpatia...ma finiamo in  rapporti come se fossimo sposati  non siamo come chi appartiene a Dio.

* In particolare i giovani che dicono: è la mia ragazza o il mio ragazzo quindi andiamo anche a " letto insieme..." non riconoscono di fatto che appartengono a Dio e alla Chiesa, ma dico con una espressione che dice tutto: fate una appropriazione indebita. E' così chiaro che non si deve fare! 

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