martedì 31 agosto 2021

CONSIDERAZIONI DI CHI E' STATO IN AFGANISTAN

* Via da Kabul. Gli italiani se ne sona andati. Il tricolore della nosta missione militare era stato già ammainato ma è soprattutto ora, davanti al massacro dell'areoporto, sigillo di sangue sul caos generato dalla rapida riconquista dell'Afghanistan da parte dei talebani, che vine da domandarsi: vent'anni laggiù, 53 dei nostri morti, oltre 700 feriti: Ne valeva la pena?...

* A Herat, nell'Ovest, gli uomini uscivano dalla caserma, che non era ancora giorno, erso i villaggi di montagna. C'era bisogno di pozzi: solo i papaveri crescono senza irrigazione, i rossi  campi di papaveri da oppio. Vedo ancora gli sguardi, in quei paesini, la paura come depositata negli occhi: che domandavano:" Non siete russi ? " ed erano pronti a scappare. " No, italiani " E allora di tranquillizzavano. Italiani, parevano pensare: ci si può fidare, avevano costruito parecchie scuole...

* 53 morti, 700 feriti, vent'anni. Ne è valsa la pena? Un giorno ci portarono sulle colline sopra Kabul. Sopra una vecchia piscina vuota un alto trampolino di cemento, e sotto, i ganci cui i talebani appendevano i "traditori", perchè si vedessero da lontano. Da lontano, quella forma mi era parsa una croce. Lo era: la croce del massacro dell'Afhganistan...

= Considerazioni di Marina Corradi su "Avvenire" che conclude: per quella povera gente mi dispiace      ma anche in verità per i miei figli...=

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