Detto così sembra un discorso qualunquista, ateo, epicureo...invece rivedendo alcune momenti della mia vita, soprattutto in tempi di silenzio quando "senti i fruscio dell'erba che cresce , come diceva, il mio Rettore di teologia, percepisco la proposta alla vita come invito ad andare a un "banchetto di nozze".
La vita ecclesiale è come partecipazione ad una festa nella quale la gioia è dono e
dovere. Sono convinto, anche se spesso la realtà quotidiana, il rapporto con le
persone, offuscano questa attesa.
"Gesù non ha mai raggelato il boccone ai suoi commensali o inacidito un bicchiere bevuto in allegria con il pensiero degli affamati, degli assetati o dei miseri nei quali pure si è identificato" scrive G.Biffi.
Ecco si tratta di accettare ogni giornata e ogni evento, dicendo "grazie" a chi in ogni
situazione mi dona la vita, senza merito mio, vivere con gioia quello che mi dà e
attendere... come un bambino in braccio a sua madre...la pappa!!!
Che è il banchetto nel Regno dei cieli!
Ho messo qui questi pensieri dopo aver letto casualmente dal Qoelet ( 9,8ss )
"Godi la vita... per tutti i giorni della tua vita fugace,
che Dio ti concede sotto il sole..."
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