giovedì 25 giugno 2020

VOCAZIONE DIETRO LE SBARRE

* Da ragazzo, per prenderlo in giro, i compagni lo chiamavano "don Luigi". A lui non dispiceva perchè voleva davvero diventare sacerdote, e intanto serviva Messa, pregava, rimproverava quando sentiva bestemmiare. Non avrebbe immaginato di finire in carcere a scontare 30 anni per omicidio... Non è questa la fine della sua storia dopo l'incontro con il vescovo Camisasca in visita al carcere...

* Sabato, Luigi, oggi quarantenne, pronuncerà i voti di povertà, castità e obbedienza nelle mani di Camisasca: con questo Vescovo trattiene da tempo un profondo dialogo spirituale. La storia di Luigi: "Dopo l'infanzia e l'adolescenza...cambia vita bruscamente. alcool, droghe, episodi sempre più frequenti di violenza. Si allontana dalla Chiesa e la dipendenza vince e sotto l'effetto dell'alcool e cocaina, coinvolto in una rissa commette l'omicidio per cui è condannato.Ma al momento del processo si rifiuta di invocare l'infermità mentale...

* E' un primo segnale di ricatto verso il ricupero della propria dignità con il ritorno alla fede. E si risveglia anche la sua vocazione. Riprende a pregare, diventa lettore alla Messa domenicale in carcere, studia e prega; prega moltissimo soprattutto "per l'uomo che ha ucciso" scrive in una delle lettere scambiate con Mons. Camisasca e in un  passaggio in una lettera scrive:  " il vero ergastolo non si vive dentro una galera, ma fuori,quando manca la luce di Cristo!"

Dico spesso:" Non possiamo fare a meno nelle difficoltà che guardare al Crocefisso!"

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