lunedì 14 maggio 2012

TIRARONO A SORTE

E' curioso, per me, questo atteggiamento:" Pregarono e tirano a sorte..." è il modo che i primi "amici "del Risorto, scelsero per sapere chi avrebbe preso il posto di Giuda...
Ti ricordi come si chiama ? (vedi Atti 1,22 ss.) Poi di lui non si sa più niente: martire!
    E' interessante la preghiera che,prima, fecero: " Tu che conosci i cuori..."
Significa: Tu che conosci quello che sono, nel  profondo, che conosci la mia identità.
Solo che per conoscere me stesso, mi pare di capire, devo uscire da me: la mia identià, la verità di me, è di non appartenermi.
    Ho letto: "...la verità di me è riconoscere il mio limite...Il limite mi fa scoprire il fatto
   di con - sistere nell'Altro: presente perchè mi fa esitere, assente perchè è oltre,
   e la sua ricerca è faticosa...E' più semplice lasciar perdere.."
L'interiorità è il luogo proprio,dove avviene la conoscenza di sè e delle cose.
Oggi non c'è quasi più interiorità: il centro è fuori, dove sono attratto...e, sono certo, di rimanere quasi sempre  deluso, se non mi muovo appassionato alla verità di me e dell'Altro che mi fa consistere.
   Forse come ieri sono "astrastto" ? E' che non si ragiona più, mi pare!
   Il problema è che non c'è più interiorità, non c'è più quindi l'umano.
   Lui che conosce i cuori, se vede il mio cuore, cosa vede ?
   E se vede il tuo?

3 commenti:

  1. Caro Don,
    costituisce sempre una sorpresa - e non dovrei - per me vedere come il Signore risponde nei momenti della vita personale.
    Stamane mi aveva colpito fortemente, nella liturgia di oggi, al capitolo 16 degli Atti degli Apostoli,questa Parola "credi nel Signore, e sarai salvato ....", come se l'avessi sentita per la prima volta.
    E mi aveva portato a farmi delle domande: credo io, e come credo?
    E adesso, questa sua riflessione, caro Don.
    Perchè mi porta a chiedermi quanto i dubbi (sempre legittimi, certo) ma soprattutto quanto l'indifferenza che mi porta a volte a vivere la fede solo nell'esteriorità, non dipenda proprio dal voler evitare la fatica della ricerca.
    Quanto sono veramente appassionata nella ricerca? Quanto la fatica della quotidianità mi porta alla banalità nel vivere la fede, ed alla delusione?
    Lui ..... cosa vede nel mio cuore?

    Grazie, Don, per questo aiuto alla possibilità di riflettere, di ragionare, di capire .... come anche nell' essere capaci di abbandonarsi a Lui, che conosce i nostri cuori.

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  2. Mattia. ieri era San Mattia. Grazie Don per queste sue domande che mi costringono alla ricerca della risposta. Così non me lo dimenticherò più.Ogni tanto un piccolo quiz non sarebbe male...
    Quando la mia ragazzina veniva a catechismo lei mi disse la frase "per amare Gesù bisogna prima volersi bene" . E' vero bisogna curarsi della propria interiorità che qualche volta comporta anche l'aspetto.
    Gesù nel mio cuore vede tanta confusione, un puzzle e solo Lui può non disperarsi.

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  3. I primi discepoli furono colpiti in Gesù non tanto dai miracoli, o dalla capacità dialettica ma da come lui sapeva leggere il cuore di chi gli stava di fronte. Questo, letto preparando il foglietto per i ragazzi da Giussani l'ho trovato verissimo anche oggi per me, e soprattutto di conforto.
    Come è difficile farsi conoscere per ciò che si è in questo tempo in cui tutti ti giudicano unicamente per quanto sei "Vincente". Quanto sarebbe utile ricominciare a guardare Gesù, e cercare di amare il cuore.

    Ma l'amaro, l'amaro... sarà mutato in allegria!

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