venerdì 26 ottobre 2012

GIOVANE E MUTILATO

Ho ascoltato un'intervista a un giovane italiano di  ventidue anni, mutilato, in carrozzina.
Era stato ferito in Afganistan; ieri ne è morto un'altro:sono più di quaranta ormai. Quanto dolore!
      Mi ha fatto pensare la serenità di questo giovane convinto che sua presenza e quella dei suoi compagni in  
      questa terra  massacrata sia un bene, il desiderio di essere là vicino ai compagni di questa ultimo soldato
      ucciso, che nemmeno conosceva, il sorriso, pensando ai ragazzini che aveva incontrato e che aiutavano
      a raccogliere l'acqua, alla possibilità che questa gente così tormentata da tanti morti innocenti possa stare  
      in pace.
Ho pensato che questi giovani hanno in mano le armi, ma non sono là per uccidere.
E mi sono anche commosso sentendolo e vedendo comunque la sua fatica di sorridere.
Ho pensato alle migliaia ormai, di americani morti in quelle terre, in questi anni...
Ma continuo a pensare che la democrazia non  si esporta e non si ottiene con le armi e con le invasioni o
con la guerra, che non è mai giusta.
    E sento Celentano che canta nell'ultimo DVD  "...non so più cosa fare perché una radio annuncia che  
    laggiù la pace ancora non c'è..."
Tu invece cosa pensi al riguardo?

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