venerdì 24 maggio 2019

GIUSEPPE... da "LEI"

* Non mi aveva mai detto Gesù, che sarebbe partito ma un giorno l'ho saputo come una cosa che non si vuole sapere. Quando eravamo tutti e tre intorno alla tavola della cena, mi sforzavo di pensare cose lontane dalle mie paure. Non volevo iniziare e suggerire l'inizio. Giuseppe conosceva i pensieri che trattenevo e mi guardava intanto che avviava un discorso sul lavoro del giorno...sui chiodi che non entravano nel legno più duro del previsto, ma alla fine domati da lui e suo figlio-.

* Di che cosa si parla a tavola con il Messia? Lui non sembrava turbato: rispondeva a sua padre, ringraziava, era quieto e non poteva dimenticare l'Angelo che lo aveva annunciato...il suo fermarsi improvviso con gli attrezzi in mano, il mio orrore dei chiodi...ma lo stesso ero felice del suo  stare.

* Quando andò via invece mi abbandonavo a pensare al suo ritorno  e speravo che la forza del mio desiderio lo riportasse a casa. "Sei Figlio di  Dio, conosci i miei pensieri" pregavo...con la bocca sigillata. Madre di Dio che ha paura di suo figlio...chiedo una vita normale per te, una vita normale.

* A letto Giuseppe parlava. "Non sono così vecchio" dice e sfiorava la mai mano per dire che c'era e potevamo portare insieme i giorni che arrivavano. "Non mi consolare ...vorrei che il tempo si arrotolasse e potrei scappare quando arriva l'Angelo...di giovani donne sono piene le case..." Ma non ho mai pensato davvero così.

* " Il Bambino è stato un regalo...ci ha resi un uomo e una donna, senza merito. Adesso è un  uomo ed è andato, non è mai stato nostro, piccola donna moglie di falegname." "E' nostro, sì, ma è anche di tutti...è stato chiamato al mondo, per il mondo...il nostro amore lo accompagnerà..."
Giuseppe non ha risposto su questo punto. O io non hon sentito.

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