domenica 27 gennaio 2013

LA BELLEZZA DELLA FAMIGLIA

"Giuseppe prese il bambino e su madre...e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret". Parlando della famiglia oggi mi hanno detto che sono stato" pesante"..."pessimista"...Non mi sembrava! Dopo avere ricordato  la confusione, la non chiarezza, dei termini famiglia e matrimonio ( noi italiani dovremmo dare ai queste parole lo stesso contenuto del Vocabolario della Lingua Italiana dello Zingarelli ) ho detto:

  • la famiglia è dentro il Disegno di Dio che ci ama e ci invita a amare Lui e il prossimo come se stessi
  • modello dell'amore, in famiglia anche, è Gesù crocifisso: "...come Cristo ama la Chiesa, amatevi..."
  • esempio e contenuto della vita in famiglia è la vita della famiglia di Gesù, Maria, Giuseppe
  • vivevano la preghiera in famiglia e il Sabato e le Feste - il lavoro per il pane quotidiano - la povertà e semplicità in una realtà come Nazaret di allora - le amicizie con parenti e con chi incontravano...  Anche la mia vita da non sposato è bella, è nella  bellezza, se cerco almeno di vivere così.
Spero che anche tu e la tua famiglia viviate questa bellezza e la proponiate a chi incontrate, a tutti gli altri con i quali discutete...non serve cambiare le  leggi serve invece "seguire la legge dell'amore evangelico" Come Gesù, Maria e Giuseppe a Nazaret.

1 commento:

  1. Due cose.
    1) Lei dice: "oggi mi hanno detto che sono stato pesante...pessimista...Non mi sembrava". le consiglio di registrare una decina delle sue omelie e risentirle, segnandosi i temi, gli argomenti trattati e il come. Anche il giorno di Festa e gioia del Natale di Nostro Signore, è stato accompagnato da un'omelia tutt'altro che positiva.

    2) Per quello che riguarda il brano di San Paolo ai Romani (Rm 1,26-27) da Lei citato (http://www.laparola.net/testo.php?riferimento=Rm+1&versioni[]=C.E.I.) va letto nella sua interezza per non fare come quelli che, citando a sproposito San Paolo gli fanno dire qualsiasi cosa e il contrario di qualsiasi cosa.
    Infatti, se apriamo la lettura del capitolo partendo da Rm 1,16, si capisce bene a cosa si riferisce San Paolo: allo stato dei non credenti, che vengono paragonati come coloro considerati a suo tempo gravemente peccatori. Alla lista appartengono sia omosessuali che lesbiche, ma anche truffatori, i maliziosi, gli invidiosi, gli ingiusti, i superbi, i fanfaroni (!), gli sleali, i senza cuore, etc etc.

    Quindi, in Rm 1 San Paolo non sta dicendo chi non è cristiano in base alle proprie opere (e tantomeno al proprio orientamento sessuale), ma bensì sta parlando di chi è senza fede paragonandolo ai valori sociali, storici del tempo.

    Credo l'errore di analisi esegetica del testo sia piuttosto comune.

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